Cison di Valmarino: storia e natura
Cison di Valmarino
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ToggleCison: uno dei borghi più belli d'Italia
Cison di Valmarino fu abitato fin dalla Preistoria, epoca alla cui seguirono insediamenti durante l’epoca romana e medievale. Probabilmente il nome “Cison” deriva dal latino “Caesum” e fa riferimento alla bonifica che venne compiuta dai monaci benedettini della vicina Abazia di Follina in queste zone, a partire dal XII secolo. La storia di Cison di Valmarino è indissolubilmente legata a quella della famiglia dei Brandolini, la quale aveva un ruolo catalizzatore nella gestione dell’attività industriale del territorio e, dall’alto di Castelbrando, controllava l’attività produttiva del circondario, dominando il feudo di “Val Mareno” grazie ad una diramazione di case mezzadrili, caratterizzate dal tipico colore “rosso Brandolini” e disseminate radicalmente nel territorio. Oggi queste case sono ammirabili ripetutamente percorrendo la campagna cisonese e in parte sono state adibite a strutture ricettive, ristoranti o abitazioni private, conservando tuttavia le loro peculiarità.
Principali punti di interesse
Castelbrando
Castelbrando è un castello situato alle pendici del Monte Castello e collocato nel Comune di Cison di Valmarino. Attestazioni di insediamenti in questa zona si hanno sin dal periodo paleoveneto, nonché in epoca romana, ostrogota e longobarda; la costruzione di una vera e propria fortificazione risale tuttavia al periodo medioevale, nella prima metà del X secolo.
Dopo essere passato sotto al controllo del Vescovo di Ceneda, al quale era stata affidata la giurisdizione del feudo della Valmareno, fu assegnato alla famiglia dei Caminesi. La sua denominazione attuale si deve tuttavia alla sua cessione, da parte della Repubblica Serenissima di Venezia, a Brandolino IV Brandolini ed al Gattamelata, condottieri di ventura al servizio della Repubblica. Dall’alto del castello i Brandolini hanno dominato il territorio per quasi 500 anni, costruendo nel territorio una sessantina di case mezzadrili, denominate “Le case rosse”.
Oggi il castello, acquistato dall’imprenditore Massimo Colomban, dopo essere stato utilizzato per un lungo periodo dai salesiani come luogo di ritiro e come seminario, è stato trasformato in una struttura ricettiva ed ospita un hotel, un ristorante e un centro benessere.
La Via Dei Mulini/La Via dell’Acqua
La Via dei Mulini è un incantevole percorso storico-naturalistico che sale dal centro storico di Cison di Valmarino e si snoda nel bosco per raggiungere la Valle di San Daniele, rivelando la presenza di antichi mulini ed opifici sorti a partire dal ‘700 per sfruttare la forza motrice dell’acqua del torrente Rujo, centro propulsore attorno al quale andavano concentrandosi le principali attività industriali dell’epoca: fabbriche di cappelli, mulini per la lavorazione delle granaglie, magli per la trattazione della lana, latterie…
La via dei mulini si collega poi, nel suo tratto finale, alle Vie dell’Acqua, un percorso che consente di ammirare più da vicino l’importante patrimonio naturalistico e faunistico racchiuso in questo territorio: lungo tutto il percorso il visitatore sarà accompagnato dallo scroscio dell’acqua che qui si snoda fra le rocce, creando una serie di cascatelle e bacini naturali che prendono il nome di Bujon. All’interno di questo habitat peculiare si sono insediate numerosi esemplari animali, anche rare, tra le quali quella del gambero di fiume nostrano e quella della salamandra pezzata e numerose specie vegetali, tra le quali figurano raponzoli, orchidee e gigli selvatici, giaggioli… A coronare questo stupendo itinerario si può trovare un faggio secolare, oggetto di divertimento dei bambini che amano arrampicarsi tra le sue radici. Lungo il percorso “Le Vie dell’acqua” ogni anno il 25 aprile si svolge la manifestazione “Il Bosco Incantato sulle Vie dell’Acqua”, festa dedicata alla creatività con varie proposte di musica, teatro, poesia e arti varie.
Il Bosco delle Penne Mozze
Il Bosco delle “Penne Mozze” è situato in una posizione panoramica delle Prealpi trevigiane a Cison di Valmarino; si tratta di un memoriale immerso nella natura ideato per ricordare tutti i caduti alpini nati in provincia di Treviso. All’inizio del percorso, nel Piazzale d’ingresso campeggiano gli scudetti delle sei Divisioni Alpine: Cuneense, Taurinense, Pusteria, Julia, Alpi Graie e Tridentina; a destra delle tre penne mozze, simbolo del memoriale, ci sono i “piedi “del monumento alpino di Brunico fatto saltare con atto dinamitardo dai secessionisti altoatesini.
Il Bosco delle Penne Mozze è poi il punto di partenza di numerosi sentieri ed escursioni che permettono di raggiungere il Crodon del Gevero, Col de Moi, il Passo San Boldo, nonché al celeberrimo rifugio dei Loff, costruito nel 1970 e addossato alle pareti del Crodon del Gevero.
Il borgo di Rolle
Rolle è una piccola ma pittoresca frazione del comune di Cison di Valmarino, nominata ripetutamente anche dal poeta Zanzotto che la chiamava affettuosamente “Dolle” e l’aveva rinominata “cartolina degli Dei”.
Il toponimo di Rolle deriverebbe probabilmente da Ad ollas poiché antichissima e privilegiata in questo luogo era la fabbricazione delle olle, vasi grezzi di terracotta noti già ai romani per la cottura della vivande e per la conservazione dell’olio, dell’uva delle noci e di altri alimenti. Ad oggi la peculiarità di Rolle è legata alla presenza di vigneti terrazzati lungo i pendii, unita alla bellezza paesaggistica di questo luogo, che si trova adagiato sulla linea di collina morenica che fa da spalto panoramico verso la Vallata delle Prealpi trevigiane e che è stato oggetto recentemente della designazione di all’interno dei 32 luoghi del cuore del FAI, al fine della tutela e della valorizzazione del suo portato paesaggistico e storico e del recupero degli “antichi cultivar dei vigneti di Prosecco”.
La Via degli Angeli
La via degli angeli nell’arte a Tovena è un luogo capace di unire angeli ed arte, all’interno delle vie del piccolo borgo di Tovena, ai piedi del Passo San Boldo. Il merito va a Gigliola D’Agostin che, trascinando la Pro Loco di Tovena e i locali, è riuscita a compiere una rivitalizzazione creativa di questo paesino sperduto, unendo le energie creative di street artist, pittori e scultori fino a dare vita ad un vero e proprio un esercito celeste. Più di trenta gli artisti e le associazioni che si sono cimentati a riprodurre angeli su porte, finestre, serrande e case in disuso e quasi 50 gli angeli che si possono ammirare lungo La Via degli angeli nell’arte, cimentandosi in una vera e propria “caccia all’angelo”. Capostipite di questo esercito celeste è l’angelo in pietra in piazza a Tovena, dedicato ai caduti della Grande Guerra.
Il percorso della via degli angeli a Tovena è visitabile tutto l’anno, lungo le vie e la piazza del paese.
Che aspettate a cimentarvi anche voi in una caccia agli angeli e a scoprire la via degli angeli nell’arte?
Il Passo San Boldo
Il passo di San Boldo mette in comunicazione i due versanti delle Prealpi Bellunesi, ovvero la valle del Soligo e la media valle del Piave. Si sale da Tovena, pittoresca frazione di Cison Valmarino, e si giunge a Sant’Antonio di Tortal, frazione di Trichiana, dopo aver scollinato a 706 metri di quota in un paesaggio di pascoli e foreste. Il passo ha avuto grande importanza dal Medioevo in poi per i traffici someggiati tra la regione adriatica e il Cadore. La strada odierna ricalca solo in parte il tracciato antico ed è stata al centro di una curiosa vicenda: invocata a lungo per rendere più agevole il passaggio tra l’Alto Trevigiano e il Basso Bellunese, verrà portata a compimento dai tedeschi, aiutati dagli abitanti locali, in poco più di tre mesi, durante la Prima Guerra Mondiale per contingenti motivi strategici. Per questo motivo ha preso il nome di Strada dei Cento Giorni.
Dal Passo San Boldo partono una miriade di itinerari ciclo-pedonali che portano a scoprire le pendici delle Montagne cisonesi e il celeberrimo Rifugio dei Loff o l’anello dei tre bivacchi.
Anche ai piedi del passo, dall’abitato di Tovena, si dipanano una serie di sentieri come il Sentiero Sergio Zanin, il Troi per Roby o La Cal de Culie.
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