Le Case Rosse e i Brandolini
Le case rosse e i Brandolini
Indice dei contenuti
Toggle- Bassa difficoltà
- Adatto a tutti
- 1 h
- Distanza: km 4,5
- Aumento di quota: m 60
Le case rosse e i Brandolini
Questo breve anello ci porterà alla scoperta di una delle aziende produttive più importanti per estensione nella zona della Vallata nell’800. In questa epoca storica il territorio era frammentato in una serie di lotti sparsi, nei quali erano disseminate almeno 15 strutture di proprietà dei fratelli Brandolini, i qualal castello di Cison regolavano e normavano l’attività produttiva nel circondario, affidandosi ai consorti, gruppi di famiglie organizzate in masi, i quali era affittuari nelle numerose “Case Rosse” disseminate nella campagna nei dintorni di Cison e così chiamate per il peculiare colore della loro calce, denominato “Rosso Brandolini”.
Scenari fotografici
Non rimarrete delusi, i nostri percorsi meritano molte foto che potrete condividere con tutti i vostri amici
Periodo consigliato
Questo percorso è consigliato in tutte le stagioni dell'anno
Storia
Scoprirete un pezzo della storia di questo piccolo paesino, malleato e trasformato dal nucleo produttivo del Borgo Tezon
Parcheggio gratuito
Questi itinerario prevede un parcheggio gratuito in cui lasciare il vostro mezzo
L'itinerario
Il punto di partenza di questo itinerario è il piccolo borgo di Soller, collocato tra Cison di Valmarino e Revine Lago. Dopo aver abbandonato la macchina all’osteria “Pra dei Buoi” oppure nel retrostante parcheggio, vicino al parco giochi, sarà possibile percorrere il tratto della ciclabile che ci porterà nella strada asfaltata che reca le indicazioni per “Borgo Teson”, il punto di interesse principale del nostro itinerario. Da qui si proseguirà, incontrando il fiume Tajada, immissario dei laghi ed emissario del Follina, frutto della bonifica indotta dai conti per drenare il terreno a metà ‘800 e, successivamente il “Pont Lavà”, piccolo torrente spesso in secca.
Dopo un ampio curvone possiamo finalmente scorgere la struttura del Tezon la quale nell’800 era un importante nucleo produttivo, con una zona destinata a prato vitato, un aratorio con gelsi, coltivazioni di canapa, boscato dolce e prato. La struttura è oggi però in disuso.
Noi ci addentriamo nel bosco tramite la stradina sterrata che incontriamo sulla sinistra e qui ci facciamo guidare dal rilassante scorrimento dell’acqua, ammirando la bellezza del bosco che in ogni stagione regala scenari sempre nuovi. Dopo aver incontrato una piccola cascatella sulla sinistra, proseguiamo sempre diritti, fino a costeggiare e poi attraversare nuovamente il Soligo.
Alla biforcazione scendiamo poi verso sinistra, immergendoci tra i prati e i campi di granturco e, se siamo fortunati, scorgendo alcuni degli animali che popolano questi ambienti: geveri, caprioli, cervi, uccelli…
Proseguiamo infine lungo la stradina sterrata, in mezzo ai vigneti, con il Soligo alla nostra destra, fino a ricongiungerci alla pista ciclabile che ci condurrà nuovamente al punto di partenza dove abbiamo parcheggiato la macchina.
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