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6 borghi nelle colline del Prosecco fra natura e cultura!

L’UNESCO ha nominato il territorio delle colline di Conegliano-Valdobbiadene come patrimonio dell’umanità, iscrivendolo nella categoria di paesaggio culturale.

Lo ha inteso come “sistema geomorfologico configurato da una disseminazione di borghi, pieghe, campanili, filari e aree naturali che costituirebbero tracce di memoria e conoscenza collettiva, a dimostrazione dell’equilibrio instauratasi in questo territorio fra ambiente e attività umane

Oggi vi portiamo alla scoperta di questo patrimonio culturale, frutto dell’armonia insediatasi qui fra uomo e natura! Siete pronti a partire in un viaggio alla scoperta dei borghi più belli immersi fra le colline?

Follina

Follina è uno dei borghi più belli d’Italia nel Veneto.

Questo borgo prende il nome dalla “follatura” dei panni lana che si diffuse qui a partire dal XII secolo, grazie all’abbondanza di pascoli e corsi d’acqua come il Fulina (Follina). Questo toponimo sarebbe legato a Furrina, ninfa romana protettrice delle acque.

Cosa visitare?

  • La storica abbazia cistercense di Santa Maria di Follina, la cui costruzione fu terminata nel 1268. Fu a lungo legata alle abbazie di Chiaravalle e di Cîteaux, i più importanti centri cistercensi rispettivamente d’Italia e d’Europa, per poi passare sotto il dominio della Serenissima. Oggi è uno dei migliori esempi di gotico del Veneto e sa stupire i visitatori con il suo magnifico chiostro.
  • Il lanificio Paoletti, l’unico lanificio follinese che ancora testimonia una tradizione secolare, premiato dai marchi della moda che ne utilizzano i tessuti per le loro collezioni. L’edificio è visitabile nei giorni di apertura
  • Le sorgenti di Santa Scolastica, le quali danno origine al fiume Follina, a sua volta tributario del Soligo

Dove camminare?

A Follina ci sono diversi percorsi praticabili a piedi: alcuni, più impervi, permettono di raggiungere le pendici di Col de Moi e l’area di Praderadego.
Altri, più semplici, consentono di non affrontare dislivelli impegnativi e di camminare costeggiando il Follina e il Soligo. Fra questi vi consigliamo l’itinerario della Filadora.

Cison di Valmarino

Cison di Valmarino è borgo più bello d’Italia e bandiera arancione del Touring Club.

Qui hanno risieduto per quasi 400 anni i Conti Brandolini, investiti dalla Repubblica Serenissima di Venezia nel governo dei feudi di questo territorio. Le tracce del loro dominio sono visibili ancora oggi, passeggiando nel paese, dove si possono ammirare le “case rosse”, le case mezzadrili di proprietà dei conti.

Un angolo di paradiso, dove fare un tuffo nel passato…

Cosa visitare?

  • Il borgo di Rolle, primo borgo italiano tutelato dal FAI nel 2004, oggetto anche di alcune riprese della serie “Un passo dal Cielo”. Zanzotto lo definisce “cartolina inviata dagli dei”. Perché? Andate a scoprirlo voi stessi!
  • La Strada dei 100 giorni: collega la frazione di Tovena al Passo San Boldo ed è chiamata così perché è stata costruita in 100 giorni da genio civile austriaco durante la guerra del 15-18.
  • Piazza Roma: cuore pulsante di Cison, su di essa si affacciano gli edifici più importanti del paese. La Loggia, dove un tempo si riunivano i rappresentanti dei 12 villaggi della Valmareno; il Palazzo Zambaldi, il Palazzo Casoni-Moretti, la Villa Granda e Villa Ameliatte.
  • Il Bosco delle Penne Mozze: un memoriale immerso nella natura, dove oltre 2.400 stele ricordano gli alpini caduti in tutte le guerre.
  • Castelbrando: edificato nel 1194, fu quasi certamente sede di un presidio militare a partire dall’epoca longobarda, per poi essere abitato dai conti Brandolini che si insediarono qui per quasi 500 anni.

Dove camminare?

A Cison di Valmarino ci sono una miriade di itinerari: é possibile scegliere fra sentieri più impervi, come quelli che conducono alle creste cisonesi e al celebre Bivacco dei Loff. Noi vi consigliamo di raggiungerlo da Passo San Boldo, per una versione meno impegnativa.
Vi sono poi itinerari più semplici come quello delle Vie dell’acqua, quello della Via Maestra oppure la ciclabile Follina-Cison che costeggia il corso del fiume Soligo.

San Pietro di Feletto

San Pietro di Feletto è un piccolo gioiello incastonato fra le colline, compreso fra Refrontolo e Conegliano.
Il toponimo Feletto deriva dal latino filix “felce”, in riferimento alla boscosità del territorio. Era il luogo dove Giovanni XXIII soleva trascorrere il periodo estivo: a lui è dedicato infatti anche il sentiero del Papa Buono.

Cosa vedere?

  • L’antica Pieve di San Pietro di Feletto, uno dei gioielli storico-artistici del territorio. Di epoca longobarda, la Pieve fu eretta intorno all’anno mille ma già fin dal VII e VIII secolo rappresentava il luogo di incontro dei fedeli che affluivano per le numerose funzioni religiose. Era l’unica Chiesa ad avere il privilegio di possedere il fonte battesimale. Numerosi sono gli affreschi che decorano il porticato; tra essi il celebre “Cristo della domenica” offeso dai lavori compiuti nel giorno di festa cristiano.Esistono all’incirca una decina di altre opere simili in Europa. Ricordiamo inoltre l’affresco “Madonna con Bambino” (o “Madonna del Latte”) importante per un particolare iconografico molto raro: quello di Gesù Bambino che succhia il latte da una vescica.
  • A pochi passi da San Pietro di Feletto si trova anche lo storico Molinetto della Croda, uno dei luoghi più suggestivi della Marca Trevigiana che, in quasi quattro secoli di storia ha ispirato artisti e incantato migliaia di visitatori. l’edificio, costruito sulla nuda roccia a partire dal XVII secolo, è uno dei pochi mulini ad acqua ancora funzionante nel territorio. Scrupolosamente restaurato, è visitabile.

Dove camminare?

A San Pietro di Feletto ci sono due sentieri principali: quello del Papa Buono, sul versante coneglianese e quello dell’incantevole Val Trippera, dove potrete perdervi fra i massi conglomeratici che costeggiano il torrente Crevada, intercettando lo storico Mulino Crevada. Nel versante di Refrontolo vi é poi il sentiero Maurizio e Lucio che permette di intercettare il bivacco Marsini.

Serravalle

Cittadina di origini romane, Serravalle trasuda di storia: passeggiando fra le sue vie, ammirando i suoi edifici si percepiscono le vicissitudini che si sono susseguite in questo piccolo borgo. Ai romani si sostituirono infatti i longobardi, fino ad arrivare ai Da Camino, con i quali Serravalle diventa sede del vescovado e infine al dominio della Serenissima, con il quale Serravalle diventa centro di traffici mercantili e ha luogo il principale rinnovamento dei suoi edifici. Si trova nei pressi della cittadina di Vittorio Veneto, con la quale è diventata un tutt’uno. Quest’ultima ha preso il suo nome dopo l’omonima battaglia che pose fine alla Prima Guerra Mondiale.

Cosa visitare?

  • Castello di San Martino: di epoca romana, la sua struttura risale al periodo longobardo. Oggi è sede della residenza vescovile.
  • Santuario di Santa Augusta: raggiungibile dalla monumentale scalinata situata nei pressi del Duomo di Serravalle, conserva le reliquie della santa, venerata dai vittoriesi. La leggenda vuole che Santa Augusta, figlia del Re goto Madrucco, a causa della sua fede cristiana, fosse stata martirizzata dal padre con il fuoco, con la ruota e infine uccisa con la spada.
  • Duomo di Santa Maria Nova: interamente ricostruito nella seconda metà del XVIII sec, al suo interno custodisce sull’altare maggiore un’opera attribuita al pittore cadorino Tiziano Vecellio.
  • Piazza Marco Antonio Flaminio: piazza principale di Serravalle, ha una forma rettangolare. Il lato corto rivolto ad est si affaccia sul Meschio e sui palazzi in stile veneziano posti sulla sponda sinistra del fiume. Il lato corto ad ovest, protetto alle spalle dal Monte Cucco, è arricchito dai palazzi: Troyer, Bernardini, dalla Torre Civica e dal Palazzo della Comunità che ospita il Museo del Cenedese. Il lato a nord ospita Palazzo Cesana Bonaccorsi, sede di mostre contemporanee, l’arco austriaco ed il Palazzo Cesana. 
  • Poco distante, in via Martiri di Libertà è situata poi la Torre dell’orologio, costruita nel XIX sec. e il quattrocentesco Oratorio di SS. Lorenzo e Marco dei Battuti, decorato all’interno da uno splendido ciclo di affreschi realizzati tra il 1429 e il 1446.

Dove camminare?

Poco distante dal centro storico di Serravalle è situato il Monte Altare, antica area di culto, oggi diramazione di innumerevoli sentieri. Vi sono poi i sentieri che portano verso Santa Augusta e il Monte Pizzoc. Anche l’area di Fregona è particolarmente ricca di zone sentieristiche.

Santo Stefano di Valdobbiadene

Questo piccolo borgo é situato nel cuore della zona del vino Cartizze, unico Grand Cru d’Italia, prodotto in un’area di 106 ettari, la cui proprietà é spezzettata fra più di 100 famiglie. Localizzato a pochi km da Valdobbiadene, questo luogo racchiude un paesaggio fra i più spettacolari delle colline!

è il posto ideale dove sorseggiare un calice con vista!

Cosa visitare?

  • Via del Follo, chiamata così perché nell’800 era sede di antichi folli, mulini ed opifici che entravano in funziona grazie all’acqua del torrente Teva. Di questi oggi ne é rimasto solo uno, in Via Chiodere e Molere.
  • Le meridiane: se ne trovano almeno 50 nel territorio, in gran parte volute dall’abate Giovanni Follador. Nella piazzetta di Santo Stefano se ne trova una di enormi dimensioni, a terra.
  •  I sassi di Zoe: sono le creature stravaganti di Angelo Favero, nate dai sassi del Piave, trasformati in fiori e personaggi di varia forma e natura. Questi “putinot” si trovano a San Pietro di Barbozza, nella piazza e nei pressi dell’abitazione del loro creatore.
  • La Confraternita di Valdobbiadene: nata nel 1946 l, é una cerchia di pochi produttori eletti che si riunisce al fine di vigilare e promuovere sulla produzione e sulla promozione del Valdobbiadene DOCG. Ogni anno fra i produttori viene selezionata la bottiglia di Valdobbiadene DOCG che rappresenta la confraternita.
  • Eremo di San’t Alberto: quest’eremo, localizzato nelle pendici di San Pietro di Barbozza, fin dall’antichità é stato meta di pellegrinaggio da tutto il Quartier del Piave. Le sue prime attestazioni risalgono alla fine del ‘400.

Dove camminare?

Fra Santo Stefano e San Pietro di Barbozza si snoda l’anello del Cartizze, un percorso di circa 10km arricchito da tabelle informative sul territorio e sulla sua cultura e da sculture in legno.
Spostandosi poi nelle pendici del Monte Cesen sono presenti una miriade di altri percorsi che permettono di intercettare le malghe qui aperte durante la stagione estiva, le quali sperimentano ancora la pratica dell’alpeggio.

Revine Lago

I borghi di Lago e di Revine, affacciati sull’omonimo lago di origine glaciale, affascinano e trasporta il visitatore in un’atmosfera di altri tempi, con le loro case in pietra locale e le loro strette viuzze. Lago é chiamato anche il borgo degli artisti perché, lungo il lago e anche fra le vie del paese è possibile ammirare delle opere, realizzate da pittori locali, che raffigurano la vita di un tempo in questo piccolo borgo felice.

Arte, laghi e natura: questo il connubio perfetto che si ritrova a Lago!

Cosa Visitare?

  • La Via dei Murales a Fratta: qui le case sono abbellite da una quindicina di opere, le quali propongono temi differenti riconducibili ad aspetti storici religiosi, alle tradizioni, soggetti di antichi racconti e fiabe che costituiscono parte indelebilmente del portato storico e culturale del paese. Esse sono state eseguite da diversi artisti, utilizzando tecniche pittoriche tra le più disparate, a creare un itinerario dove l’arte si lega indissolubilmente alle bellezze paesaggistiche.
  • Il parco arcehologico-didattico del Livelet: viene inaugurato nel 2007 con l’obiettivo di valorizzare i ritrovamenti rinvenuti a partire dal 1987 in località Colmaggiore, al confine fra i comuni di Tarzo e Revine Lago. Qui infatti vengono scoperti una notevole quantità di manufatti preistorici e resti di strutture lignee, risalenti molto presumibilmente al periodo del Neolitico (2500 1800 a.C.).
  • Località “Le Lame”: in questa località si ritrova un antico lavatoio utilizzato fino al secolo scorso. Nei suoi pressi la stazione di un trenino a scartamento ridotto, costruito nel 1918 dall’esercito austro-ungarico per il trasporto di viveri.
  • Santuario di San Francesco da Paola: costruito fra il 1677 e il 1702 e arroccato sulle pendici dell’altura a nord del paese, il santuario è raggiungibile attraverso un sentiero accompagnato da una via Crucis segnata da antiche cappellette. All’interno del santuario si possono ammirare opere di autori di un certo interesse nel panorama artistico veneto, risalenti al periodo fra il 1600 e il 1700.

Dove camminare?

A fondovalle è possibile passeggiare nell’anello che circonda i due laghi, lungo circa 7km oppure salire alla Panchina gigante, per poter ammirare i due bacini dall’alto. Vi sono poi diversi sentieri che salgono fra le pendici prealpine, raggiungendo le località della Posa e di Pian dele Femene.

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